Oggi le grandi metropoli sono sempre più smart: le cosiddette città intelligenti dove le reti, sia tecnologiche che di trasporto, si integrano e garantiscono uno sviluppo economico sostenibile e un’alta qualità della vita non sono più il futuro, ma il presente.
Uno dei pilastri delle smart city è la smart mobility: in un mondo globalizzato e iperconnesso, la grande sfida infatti è quella di muoversi meglio e più velocemente, ma con il minore impatto possibile sull’ambiente. Secondo un recente studio, il mercato della smart mobility ha un valore superiore ai 200 miliardi di euro e, nei prossimi 5 anni, vedrà coinvolte in Italia circa 2,4 milioni di persone. La smart mobility, a sua volta, è strettamente legata alla sharing economy: entrambe, infatti, danno la possibilità ai cittadini di vivere la realtà urbana in modo intelligente, grazie alle tecnologie della comunicazione e l’utilizzo dei Big Data.
Smart mobility: che cos’è la mobilità sostenibile
Il mondo dei trasporti sta cambiando grazie alle tecnologie digitali: in tutto il mondo si parla infatti di smart mobility come parte integrante delle cosiddette smart city. I nuovi business model della mobilità, ispirati dalla sharing economy e resi possibili dalle nuove tecnologie, stanno creando innovative modalità per spostarsi da un luogo all’altro come, ad esempio, i servizi di car e bike sharing o il sempre più diffuso ride sharing (condivisione di passaggi in auto).
La smart mobility è una tipologia di mobilità altamente tecnologica e a basso impatto ambientale: l’obiettivo è di ridurre gli effetti dell’inquinamento, aumentando allo stesso tempo l’efficienza dei trasporti. Si tratta di un nuovo modo di pensare agli spostamenti, a misura di cittadino e nel rispetto dell’ambiente e degli spazi urbani.
I due pilastri su cui si fonda una mobilità intelligente e smart sono:
- Tecnologia: l’innovazione tecnologica è la base per lo sviluppo e l’esistenza stessa della mobilità smart. Essa, infatti, dà la possibilità alle auto e ad ogni altro sistema di trasporto di essere “intelligente” ovvero di essere connesso, garantendo un viaggio il più sicuro e green possibile.
- Servizi: se da un lato la smart mobility è volta ad abbattere l’inquinamento e le emissioni nocive, dall’altro ha l’obiettivo di fornire servizi utili per il cittadino e la vita urbana. La mobilità, intelligente, infatti, non è fine a se stessa, ma ha lo scopo di rendere più vivibile l’ambiente e gli spostamenti in città, puntando anche sulla mobilità dolce.
Che cos’è la sharing economy
Come affermato in precedenza, la smart e sharing mobility nascono e si sviluppano sulla base di modelli di sharing economy. Questo termine può indicare due azioni principali:
- Collaborazione: si tratta di una forma di relazione a metà tra la reciprocità e lo scambio come, ad esempio, un gruppo di persone che collaborano in rete per realizzare un progetto da cui tutti trarranno un vantaggio;
- Condivisione: al posto del concetto di scambio, la condivisione è una forma che attinge da reciprocità e redistribuzione come, ad esempio, un gruppo di persone che mette in comune le risorse per la produzione di beni o servizi utili a tutta la comunità.
La cosiddetta economia della condivisione è un sistema economico in cui beni o servizi sono condivisi, sia gratuitamente che a pagamento, tra individui privati attraverso gli strumenti di internet. È un business model che promuove la logica del riuso invece che dell’acquisto: il proprietario di un bene o servizio condivide le proprie risorse sia materiali che immateriali con un guadagno dal punto di vista economico o meno. Si tratta di un tipo di economia fondato sulla collaborazione e applicabile ai settori più diversi dal noleggio di un’auto all’affitto di un appartamento o di una bicicletta.
Ciò che caratterizza questo innovativo sistema è il contatto diretto tra domanda e offerta attraverso siti web, app su mobile o l’iscrizione ad una community online. La sharing economy è, quindi, il cuore di alcune delle startup – oggi diventate grandi aziende – più innovative degli ultimi anni come Airbnb che ha rivoluzionato il mondo alberghiero, BlaBlacar pioniere del ride sharing oppure Uber che si fonda sulla richiesta on demand di trasporto.
Il fenomeno, oggi diffuso in tutto il mondo, è nato negli Stati Uniti durante la crisi economica del 2008 e ha raggiunto il successo globale con l’avvento del web 2.0 – ovvero i social media e la tecnologia mobile – che per sua natura è iperconnesso e fondato sulla condivisione. A fianco della tecnologia, è emersa immediatamente anche l’anima green della sharing economy le cui dinamiche di riuso e collaborazione sono mirate a minimizzare l’impatto dell’uomo e dell’inquinamento sull’ambiente.
Il futuro della sharing economy a Milano
Ad oggi, sono circa 195 le startup nel mondo che hanno deciso di investire su di un modello di business fondato sulla sharing economy, con investimenti superiori a 4 miliardi di dollari. Anche in Italia, sono numerose i business collaborativi con un focus particolare sui servizi di car e bike sharing.
La sharing economy non è più un trend, ma una realtà consolidata in tutto il mondo e che sta ridisegnando il modello macroeconomico di produzione e distribuzione di servizi. Il fenomeno della economia della condivisione, infatti, porta benefici a tutte le parti coinvolte: chi offre e condivide ha la possibilità avere del ricavato da risorse scarsamente o per nulla utilizzate, mentre chi fa uso del bene condiviso può aggirare i costi che derivano dal possesso del bene – si pensi, ad esempio, all’acquisto di un’auto privata – grazie ad un pagamento on demand.
In questa unione tra anima green e digital transformation, si inserisce perfettamente il piano di smart mobility e sharing economy del progetto UPTOWN in sinergia con la città di Milano: da un lato il capoluogo meneghino spicca come prima smart city italiana con una infrastruttura digitale all’avanguardia (5G, Wifi, banda larga), dall’altro UPTOWN è il primo smart district italiano caratterizzato da innovazione tecnologica e servizi smart.
UPTOWN, infatti, si propone di favorire attività fondate sulla sharing economy e sulla libera iniziativa dei cittadini con la struttura di Cascina Merlata, community center del distretto e punto di riferimento per eventuali attività di collaborazione e condivisione.
Inoltre, UPTOWN offre servizi di smart mobility all’avanguardia: UPTOWN ha al suo interno l’unico parco di Milano con postazioni di bike sharing e Junior BikeMi permanenti e integrate con la fermata della metropolitana ed è il primo complesso residenziale carbon free in tutta Europa, grazie alla presenza di un servizio privato di car sharing riservato ai residenti in collaborazione con Sharen’ngo.